Come ottenere prestiti per lavoratori stranieri
In una società multiculturale come la nostra, sono sempre di più le banche e le società finanziarie che erogano prestiti in favore di quanti non sono cittadini italiani. Per ottenere prestiti personali per stranieri quindi è sufficiente rivolgersi ad uno di questi istituti di credito.
Quanti sono cittadini comunitari o extra-comunitari e desiderano ottenere un prestito devono però soddisfare determinati requisiti. Requisiti che solitamente sono molto simili a quelli richiesti ai cittadini italiani per l’accesso al credito.
È necessario infatti vantare un reddito dimostrabile e un regolare permesso di soggiorno in corso di validità. Normalmente per i lavoratori extra-comunitari è richiesta anche la presenza di un contratto di lavoro a tempo indeterminato, attivo da minimo sei mesi.
Quanti sono in possesso di questi requisiti potranno facilmente ottenere prestiti con i quali far fronte a qualsiasi esigenza personale. Ma vediamo nel dettaglio quali sono le soluzioni di prestiti personali per stranieri più diffuse nel nostro Paese.
La cessione del quinto
I finanziamenti su cessione del quinto dello stipendio sono una delle soluzioni di prestito maggiormente concesse da banche e finanziarie in favore di quanti possono vantare un contratto di lavoro, a prescindere che si tratti di lavoratori italiani o stranieri.
Questo perché la cessione del quinto è una forma di prestito personale particolarmente garantita, abbassando così il rischio di insolvenza per l’istituto di credito che eroga il finanziamento.
Ma come funzionano i prestiti personali per stranieri su cessione del quinto? Si tratta di un prestito che può durare fino a un massimo di 120 mesi e prevede il rimborso del capitale tramite un piano di ammortamento a rate mensili.
Come suggerisce il nome, la cessione del quinto prevede una rata mensile massima pari alla quinta parte (20%) dello stipendio mensile percepito dal richiedente. Rata che viene detratta direttamente dalla busta paga del richiedente ad opera del datore di lavoro.
È il datore di lavoro quindi che si occupa di versare la rata periodica alla banca o finanziaria che concede il prestito, trattenendone l’importo dalla busta paga del dipendente.
A tal proposito è necessario precisare che la cessione del quinto è un diritto del lavoratore. Di conseguenza, il datore di lavoro non può opporsi alla cessione del quinto.
Per quanto riguarda la somma finanziabile, questa dipende dall’entità della busta paga percepita e dalla durata del piano di ammortamento. In ogni caso, il tasso d’interesse è fisso. Ma passiamo alla questione delle garanzie.
Le garanzie
I prestiti su cessione del quinto dello stipendio sono garantiti dalla presenza di un reddito fisso dimostrabile. Non è quindi prevista la presenza di altre particolari garanzie, come ad esempio l’accensione di un’ipoteca oppure la fidejussione di un soggetto terzo.
Tuttavia, al fine di tutelare la banca che eroga il prestito trova una particolare forma di garanzia anche attraverso il TFR maturato dal lavoratore. Il TFR viene infatti bloccato fino alla fine del rimborso del prestito. Questo perché in caso di inadempimento, l’istituto di credito può rivalersi sul trattamento di fine rapporto accantonato dal debitore. In questo modo il debito verrà estinto anche nel caso in cui il soggetto perda il posto di lavoro.
Ricordiamo inoltre che, grazie alla particolare struttura della cessione del quinto, la banca si vede garantita la restituzione delle rate almeno fino a quando sarà attivo il contratto di lavoro del beneficiario. condizione che già di per sé riduce a zero il rischio di insolvenza.
La normativa vigente prevede la sottoscrizione di due polizze assicurative per coloro che sottoscrivono un contratto di prestito su cessione del quinto dello stipendio. Coperture che devono interessare il rischio vita e il rischio impiego. Polizze che copriranno il pagamento del debito residuo eventualmente eccedente il TFR accumulato.
A tal proposito è necessario precisare che prima di accordare la concessione del prestito, la compagnia assicurativa che eroga le polizze si occupa di valutare una serie di fattori. Dati in base ai quali la compagnia decide se è disposta a coprire il prestito o no.
Tra i fattori presi in considerazione troviamo l’affidabilità dell’azienda presso cui è assunto il dipendente. Il profilo dell’azienda viene definito basandosi su parametri oggettivi, come l’ammontare del capitale sociale o il numero di dipendenti.
Prestiti con delegazione di pagamento
Come abbiamo visto nelle righe precedenti, i prestiti personali per stranieri
su cessione del quinto sono una soluzione di prestito senza dubbio vantaggiosa. Non solo perché si tratta di un finanziamento facilmente accessibile da quanti sono titolari di un contratto di lavoro, ma anche perché il beneficiario non deve neppure occuparsi del pagamento delle rate.
Tuttavia in alcuni casi ci si trova ad aver bisogno di importi particolarmente alti, che non si possono ottenere solo cedendo un quinto dello stipendio. Situazioni in cui è possibile ricorrere ai prestiti con delegazione di pagamento.
Linee di credito, note anche come doppio quinto. Questi prestiti consentono di ottenere somme molto alte a fronte del pagamento di una rata mensile pari al 40% dello stipendio mensile del richiedente, due quinti appunto.
Come funzionano questi prodotti? I prestiti con delegazione di pagamento seguono le stesse regole previste per i prestiti personali per stranieri su cessione del quinto dello stipendio.
Il piano di ammortamento è a rate mensili e prevede pagamenti di importo costante detratti direttamente dalla busta paga del richiedente. Il tasso d’interesse è fisso per l’intera durata del piano di ammortamento.
A differenza di quanto accade con i prestiti personali per stranieri su cessione del quinto però, i finanziamenti con delega di pagamento richiedono il benestare da parte del datore di lavoro del richiedente. Questo può infatti rifiutarsi di sottoscrivere la delega di pagamento, impedendo quindi la concessione del finanziamento.
Ricordiamo infine che i prestiti con delegazione di pagamento possono anche essere richiesti da quanti hanno già in corso una cessione del quinto. In tal caso però è necessario che la somma delle rate di rimborso non assorba oltre il 50% dello stipendio mensile netto percepito dal lavoratore.