Prestiti personali senza busta paga: come funzionano? Quali le garanzie richieste?
L’attuale frangente di crisi assume differenti e drammatiche sfumature, dalla precarietà imperante nel mercato del lavoro alla disoccupazione, senza contare gli effetti dell’austerità imposta dalle direttive comunitarie. Proprio per questo sono nate numerose proposte di accesso al credito dedicate espressamente a quanti non dispongono di una busta paga.
Cresce il numero di richiedenti che prende contatto con banche o finanziarie per domandare un piccolo prestito personale pur non potendo esibire una busta paga in quanto garanzia. Ma questo non è l’unico e indispensabile requisito per conseguire un finanziamento. Scopriamo insieme quali sono le alternative offerte dal mercato.
In assenza di busta paga, la garanzia adottata più spesso è il garante, che detiene un solido profilo creditizio. Questa figura può essere interpretata da un genitore, un parete o un semplice amico. Qualora il richiedente il prestito dovesse risultare insolvente, il garante interviene per saldare il debito residuo. Il suo ruolo è riportato formalmente all’interno del contratto.
Prestiti personali senza busta paga e senza garante
Non sempre è possibile trovare un garante, vi sono quindi alternative: dagli immobili ai beni mobili (gioielli, quadri e altro ancora). Il problema però è interpretato di frequente dai tassi di interesse applicati alla linea di credito.
L’eventualità d’insolvenza è generalmente elevata con i prestiti personali senza busta paga. Il tasso di interesse richiesto è maggiore rispetto ad altre soluzioni di credito. Dovrete prestare quindi la massima attenzione a Tan e Taeg delle proposte offerte.
Questi prestiti afferiscono alla categoria dei “prestiti flessibili”, che sono pensati per essere accordati a quanti non hanno garanzie adeguate al momento della stipula del contratto. Ma a chi si rivolgono esattamente i prestiti senza busta paga?
Prestiti personale senza busta paga disoccupati e gli altri beneficiari
I principali soggetti coinvolti sono costituiti da: persone disoccupate; professionisti o autonomi con scarso reddito; precari o lavoratori atipici che hanno contratti di lavoro a tempo determinato.
In estrema sintesi possiamo dire che sono prestiti rivolti a quanti non sono in possesso di un reddito fisso o dimostrabile.
Nel novero dei beneficiari troviamo anche le casalinghe, persone che non hanno un reddito dimostrabile. Nonostante questo sia uno scoglio rilevante, sono sorti sul mercato prestiti per casalinghe, prodotti che permettono di ottenere importi contenuti, di solito mediante le carte revolving.
Nella maggioranza dei casi l’importo fornito non supera i 1.500-2.000 euro, risorse che vanno spese per esigenze domestiche (dagli elettrodomestici ai mobili, passando per oggetti d’arredo).