Come ottenere prestiti per lavoratori autonomi
L’accesso al credito è più difficile per i lavoratori autonomi rispetto ai lavoratori dipendenti. Questo perché non possono contare su un reddito fisso. Ma come ottenere prestiti per autonomi con reddito basso?
In linea di massima quando un lavoratore autonomo presenta una richiesta di finanziamento la banca o finanziaria valuta una serie di requisiti. Innanzitutto è necessario che il richiedente abbia un’età in linea con il requisito anagrafico fissato dall’istituto.
Ai fini dell’accesso al credito è normalmente richiesta anche la residenza in Italia. Il reddito del richiedente deve inoltre risultare adeguato a garantire il regolare pagamento delle rate di ammortamento.
Non si valuta quindi il reddito del richiedente in senso assoluto, ma solo in relazione al finanziamento richiesto. A tal proposito, la regola generale applicata da banche e finanziarie è che la rata mensile non deve superare il 20% del reddito mensile del richiedente.
Appare ovvio che per i lavoratori dipendenti è più semplice definire il limite per la rata del finanziamento. Diversa invece la questione per gli autonomi. In questo caso infatti bisogna innanzitutto conoscere il reddito annuo del richiedente, che deve presentare il Modello Unico o la dichiarazione dei redditi relativa all’anno precedente.
Dopodiché la banca potrà fare una stima del reddito mensile del richiedente e definire così l’importo massimo previsto per la rata del finanziamento. Per fare un esempio, ipotizziamo che a richiedere il finanziamento sia un autonomo che può contare su delle entrate medie mensili pari a mille euro.
In questo caso, sarà possibile ottenere un finanziamento con una rata mensile pari a 150- 200 euro. Tuttavia se il finanziamento desiderato prevede una rata superiore a tale soglia sarà molto difficile ottenere il denaro.
Le garanzie accessorie
Ora che abbiamo definito quali sono le condizioni generalmente fissate da banche e finanziarie per concedere prestiti per autonomi con reddito basso, passiamo alle garanzie accessorie. Si tratta di garanzie che possono essere richieste dall’istituto di credito in certe situazioni.
Nella maggior parte dei casi le garanzie accessorie sono necessarie se il finanziamento richiesto ha un importo molto elevato. Spesso banche e finanziarie richiedono la presenza di garanzie accessorie anche se il soggetto che presenta la domanda ha iniziato la sua attività da poco tempo.
Ma quali sono le garanzie accessorie da utilizzare? A tal proposito banche e finanziarie prendono in esame diverse soluzioni. La più diffusa è senza dubbio rappresentata dalla firma di un garante, ma è possibile utilizzare come garanzia anche delle eventuali entrate fisse.
Di cosa stiamo parlando? Poniamo ad esempio che il richiedente sia proprietario di un’immobile affittato a terzi. In questo caso, il canone mensile percepito può essere utilizzato come garanzia accessoria del prestito. Allo stesso modo, è possibile usare come garanzia un eventuale rendita fissa derivante da un investimento finanziario oppure un assegno di mantenimento definito in seguito ad un divorzio.
Quando si parla di prestiti per autonomi con reddito basso è necessario approfondire la questione del garante. Non tutti possono ricoprire questo ruolo. Ai fini della concessione del credito infatti è necessario che il garante soddisfi una serie di requisiti.
Innanzitutto è necessario che il garante sia titolare di un reddito da lavoro che risulti adeguato a garantire il regolare pagamento delle rate di ammortamento. Il garante deve inoltre soddisfare il requisito anagrafico fissato dall’istituto di credito.
Non solo. Il soggetto proposto come garante non deve avere in corso altri finanziamenti né essere segnalato come cattivo pagatore. Essere iscritto nelle liste SIC rende un soggetto finanziariamente inaffidabile agli occhi delle banche.
Finanziamenti per cattivi pagatori
Ma cosa accade se il richiedente è un cattivo pagatore? In questo caso, banche e finanziarie cercano di tutelarsi utilizzando tassi d’interesse molto alti e richiedendo la presenza di un garante.
Tuttavia quando si parla di prestiti per autonomi con reddito basso a cattivi pagatori è possibile ricorrere alla cambializzazione del finanziamento. La banca può quindi proporre al richiedente la sottoscrizione di un prestito cambializzato.
Si tratta di una particolare forma di prestito che prevede l’utilizzo di titoli di credito che hanno una doppia funzione. Da un lato corrispondono alle rate di ammortamento del prestito, essendo quindi utilizzati come strumento di pagamento, dall’altro hanno effetto di garanzia.
Grazie all’utilizzo delle rate infatti la banca può richiedere i pignoramento dei beni del debitore in caso di mancato pagamento. Il pignoramento avviene in tempi molto brevi, poiché la procedura di espropriazione non richiede il lungo iter burocratico altrimenti previsto.
La somma finanziabile può anche eccedere i 30 mila euro e il piano di rimborso può estendersi al massimo per 10 anni. Il tasso d’interesse è fisso, anche se poco competitivo, e le rate hanno importo costante.
Credito su pegno
Ricordiamo infine che quanti sono alla ricerca di prestiti per autonomi con reddito basso possono ricorrere ad un’ulteriore soluzione di prestito. Stiamo parlando dei prestiti su pegno. Finanziamenti che prevedono la concessione di una somma a fronte dell’impegno di un bene di valore.
Bene che funziona quindi da garanzia del finanziamento e ne determina anche l’importo. Questo perché non è possibile ottenere una somma superiore al valore di mercato del bene che si impegna. Oggetto che viene sottoposto ad una stima da parte della banca.
Per quanto riguarda il piano di ammortamento, i prestiti su pegno prevedono un rimborso con rate mensili di importo costante. Il tasso è fisso e le spese possono risultare anche piuttosto elevate.
Trattandosi di un finanziamento che rientra nella categoria dei prestiti personali, i prestiti su pegno possono estendersi anche per 120 mesi. Tuttavia solitamente banche e finanziarie sono disposte a concedere solo prestiti con un durata massima di 12 mesi.