Cosa accade ai prestiti non pagati e quando è reato penale

Cosa accade ai prestiti non pagati e quando è reato penale - Aggiornamenti e novità 2024 2025

Prestiti personali non pagati cosa succede al beneficiario

Cosa succede se non pago un prestito? Una domanda che senza dubbio si pongono quanti si trovano in difficoltà economiche e rischiano di non rispettare i termini fissati per il pagamento delle rate. Vediamo quindi quali sono le conseguenze in caso di prestiti non pagati.

Quasi mai la legge Italiana prevede il carcere a fronte di mutui o prestiti non pagati. Situazioni in cui il debitore insolvente rischia nella peggiore delle ipotesi il pignoramento dello stipendio o di immobili o altri beni di proprietà. Ovviamente questo non vale per i nullatenenti, che non possono subire il pignoramento dei beni.

Tuttavia c’è un’ipotesi in cui per chi non paga un debito contratto si prefigura il reato penale. Questo accade quando un soggetto chiede un finanziamento pur sapendo che non sarà mai in grado di poterlo restituire. L’illecito in questione prende il nome di insolvenza fraudolenta e assomiglia molto alla truffa.

Conseguenze di un finanziamento non pagato

Ma quali sono le normative in materia di prestiti non pagati? L’articolo n. 641 del Codice Penale punisce chi contrae un debito avendo il proposito di non adempierla, e lo fa nascondendo lo stato d’insolvenza in cui versa. Quanti si macchiano di comportamenti di questo tipo sono punibili con la reclusione fino a due anni oppure con un multa fino a 516 euro.

Perché si possa parlare di insolvenza fraudolenta non è necessario che l’intenzione di non pagare si manifesti per forza attraverso comportamenti volti ad ingannare il soggetto creditore.

Sono punibili per insolvenza fraudolenta anche coloro che scelgono di nascondere al creditore delle circostanze. Dati che, se noti, non lo avrebbero portato a concedere il finanziamento.

Esempio di insolvenza fraudolenta

Un esempio a tal proposito è rappresentato dalla seguente situazione. Ipotizziamo che un lavoratore dipendente a cui è stato comunicato il licenziamento richieda un prestito. Se in sede di domanda il richiedente non avvisa l’istituto di credito dell’imminente licenziamento il suo comportamento si configura come insolvenza fraudolenta.

Stando ad una recente sentenza della Cassazione, tacere le proprie condizioni economiche al fine di ottenere un finanziamento è una violazione del principio di buona fede contrattuale. In altre parole, il soggetto compie un’azione truffaldina.

È necessario precisare però che il reato di insolvenza fraudolenta è perseguibile solo in presenza di una querela di parte. Denuncia che deve essere sporta nel giro di tre mesi dal momento in cui si viene a conoscenza del comportamento illecito.

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