Prestiti Inps ai dipendenti pubblici: guida al credito

Prestiti Inps ai dipendenti pubblici: guida al credito - Aggiornamenti e novità 2024 2025

Perché scegliere i prestiti Inps ai dipendenti pubblici? Sono finanziamenti che offrono condizioni di rimborso agevolate e permettono la soddisfazione di numerose esigenze, principalmente a carattere personale o familiare. Sono questi i principali pro, ma quali sono in dettaglio le condizioni di rimborso, quali i prodotti disponibili e che requisiti vanno rispettati? Passiamo in rassegna tutte le risposte.

Piccoli prestiti: senza motivazione e tasso al 4,25%

I prestiti Inps per dipendenti pubblici prevedono differenti requisiti e condizioni di rimborso a seconda delle finalità interessate. Anzitutto troviamo il Piccolo prestito, una linea di credito che permette di sostenere i piccoli imprevisti legati alla quotidianità. Il richiedente non deve indicare alcuna motivazione e neppure documenti circa le spese sostenute.

Chi può ottenere il Piccolo prestito? Dipendenti e pensionati pubblici iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali. Le somme fornite corrispondono a una o un massimo di due mensilità per ogni anno di rimborso, in generale si va da una a otto mensilità. Il piano di rimborso infatti può essere strutturato in 12, 24, 36 o 48 mesi.

La rata è computato in rapporto a un tasso nominale annuo corrispondente al 4,25%. Vi sono inoltre da valutare oneri amministrativi, che incidono per lo 0,50%, e premio fondo rischi.

Prestiti pluriennali Inpdap 2017: cessione del quinto con tasso nominale annuo 3,50%

I Prestiti pluriennali diretti sono la seconda opzione nel campo dei prestiti Inps ai dipendenti pubblici. La richiesta deve essere coerente con le finalità indicate dal Regolamento.

I beneficiari sono i medesimi del Piccolo prestito, vi sono tuttavia requisiti più stringenti:

  • quattro anni di anzianità di servizio;
  • durante tutto il periodo di rimborso deve essere attivo il contratto di lavoro (durata minima tre anni);
  • i lavoratori a tempo determinato devono fornire il TFR come garanzia di rimborso.

Si tratta di finanziamenti su cessione del quinto, ciò significa che la rata non può superare 1/5 di stipendio o pensione. In merito invece la durata, abbiamo due soluzioni: cinque o dieci anni, 60 o 120 rate mensili.

È applicato un tasso nominale annuo del 3,50%, ma restano le spese amministrative e premio fondo rischi.

Prestiti pluriennali garantiti Inpdap da banche convenzionate

L’ultima soluzione offerta dai prestiti Inps ai dipendenti pubblici è costituita dai Prestiti pluriennali garantiti. A dispetto dei diretti l’erogazione non avviene da parte dell’istituto previdenziale ma da banche e finanziarie convenzionate.

L’Istituto si fa carico di garantire il prestito a fronte di una serie di circostanze:

  • morte dell’iscritto prima della conclusione del finanziamento;
  • conclusione del servizio senza diritto alla pensione;
  • contrazione dello stipendio.

A fruire di questo finanziamento sono i lavoratori, con quattro anni di servizio, iscritti alla Gestione unitaria per le prestazioni creditizie e sociali.

Proprio come i pluriennali diretti, il rimborso è strutturato su cessione del quinto con durata quinquennale o decennale.

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