Finanziamenti per matrimonio a condizioni agevolate 2017
Il matrimonio è un momento fondamentale per chi decide di unirsi con il proprio amato. Ma per viverlo al meglio spesso è necessario far fronte a molte spese, così tante che ormai sono nate delle linee di credito riservate a questa finalità. Dipendenti e pensionati pubblici hanno una possibilità in più di conseguire liquidità a tassi agevolati. Di cosa stiamo parlando? Dei prestiti Inpdap per matrimonio figlio.
Ma chi può ottenere questi finanziamenti a condizioni vantaggiose? Come funzionano? E che tipo di condizioni di rimborso prevedono? Passiamo in rassegna tutte le risposte.
I prestiti Inpdap per matrimonio figlio sono in realtà finanziamenti erogati dall’Inps. L’Inpdap infatti non è più un ente previdenziale attivo, la sua soppressione si è verificata nel gennaio del 2012. Le relative funzioni sono adesso gestite dall’Inps.
I prestiti Inpdap sono quindi curati dall’Inps, che ha infatti istituto la Gestione Dipendenti Pubblici, punto di riferimento per dipendenti e pensionati pubblici. I finanziamenti Inpdap sono caratterizzati da condizioni di rimborso agevolate, con periodi di restituzione che possono raggiungere i 10 anni (senza contare i mutui Inps, con periodi di rimborso trentennali e importi fino a 300 mila euro).
Il piccolo prestito
Quali sono i prestiti Inpdap per matrimonio figlio? Anzitutto possiamo annoverare all’interno di questa categoria il Piccolo prestito Inpdap. Si tratta di una linea di credito rivolta a dipendenti e pensionati pubblici iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali.
Lo possiamo inserire in questa categoria di finanziamenti perché non prevede l’indicazione di una finalità esplicita. Il richiedente è chiamato infatti a indicare motivazioni circa la richiesta o documenti in merito alle spese sostenute.
Gli importi partono da un minimo di una mensilità ma possono raggiungere le otto, in rapporto alla durata (e alla presenza del rimborso di altri prestiti). Il periodo di rimborso prevede varie opzioni: 12, 24, 36 o 48 rate mensili.
La somma massima erogabile viene definita in base alla durata del finanziamento e all’importo dello stipendio o della pensione mensile percepita dal richiedente. I piccoli prestiti possono infatti raggiungere un importo massimo pari a otto mensilità stipendiali o di pensione.
Il tasso di interesse, per quanto riguarda il Tan, corrisponde al 4,25%. Vanno inoltre tenuti presenti i costi amministrativi, per un ammontare dello 0,50%, e il premio per il Fondo Rischi dell’Inps definito in base alla durata del finanziamento e all’età del richiedente.
Caratteristiche dei finanziamenti pluriennali
Un’alternativa al Piccolo prestito per chi ha bisogno di sostenere le proprie spese matrimoniali o quelle del figlio è rappresentata dal Prestito pluriennale diretto. Di cosa si tratta? È un finanziamento ex Inpdap basato su cessione del quinto. Può essere richiesto per numerose esigenze, ma pur sempre coerenti con quanto riportato nel regolamento Inps.
Anche in questo caso il finanziamento viene concesso direttamente dall’Inps, tramite la Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali. I finanziamenti possono durare 5 o 10 anni a seconda della ragione per cui si richiede la somma, come specificato dal Regolamento Prestiti Inps.
Chi può ottenerli? Come per il piccolo prestito, anche i prestiti pluriennali diretti sono destinati a dipendenti e pensionati pubblici iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali.
Ai fini dell’accesso al credito però è necessario anche poter vantare almeno quattro anni di anzianità di servizio utile ai fini della pensione e minimo quattro anni di contributi previdenziali versati presso la suddetta Gestione Unitaria.
Prestito quinquennale per matrimonio
All’articolo 19 citato regolamento Inps troviamo, come finalità, il matrimonio dell’iscritto oppure del figlio dell’iscritto. L’importo massimo corrisponde a 23 mila euro, da rimborsare con un piano di ammortamento che si estende per cinque anni (in base a quanto stabilito da Regolamento).
Il piano di ammortamento prevede rate mensili di importo costante, che non può superare la quinta parte dello stipendio o della pensione mensile percepita dal richiedente. In questo caso abbiamo un tasso di interesse nominale pari al 3,50%, cui vanno a sommarsi oneri amministrativi e premio Fondo Rischi Inps.