Anche quest’anno l’Inpdap permette ai suoi iscritti di poter ottenere un finanziamento ai fini dell’acquisto o della ristrutturazione della casa. Rispetto agli anni scorsi non sono cambiati i requisiti per poter beneficiare dell’erogazione del capitale: un contratto a tempo indeterminato per i dipendenti pubblici o in caso di pensionati pubblici il versamento dei contributi, di almeno tre anni, nella Gestione unitaria autonoma delle prestazioni creditizie e sociali. Inoltre i beneficiari (dipendenti, ex dipendenti e pensionati della pubblica amministrazione) del mutuo Inpdap-Inps non devono essere proprietari di altri immobili sul territorio nazionale.
Mutuo Inpdap, la documentazione richiesta
Il soggetto richiedente dovrà esibire una documentazione che attesti la sua posizione lavorativa in modo da poter beneficiare del finanziamento richiesto:
- documento d’identità in corso di validità;
- ultima busta paga o certificazione reddituale;
- cedolino pensione.
L’importo massimo è di 300.000 euro con un piano di rimborso fino a 30 anni. Il mutuo Inpdap si avvale, inoltre, di due tipologie: diretta ed indiretta. Nel primo caso il capitale viene erogato dall’Inpdap, mentre nel secondo caso dagli istituti bancari e finanziari con cui l’Istituto ha stipulato una convenzione.
Mutuo Inpdap, la cessione del quinto Pensionati Inpdap nel 2015
Il mutuatario può decidere di optare per la formula di restituzione del capitale con cessione del quinto. In questo caso l’importo non dovrà essere superiore ad un quinto dello stipendio o della pensione ed il piano di rimborso si presenterà suddiviso in 120 rate mensili per dieci anni. Nel caso di pensionati non bisognerà, dunque, restituire il debito con rate mensili mediante bollettini postali ma si avrà direttamente una trattenuta dalla pensione. Ad occuparsi del rimborso sarà l’Inpdap in base al piano di ammortamento stabilito con il pensionato – debitore.
La durata del finanziamento parte da due anni e prevede un massimo di 10: il soggetto beneficiario può richiedere importi superiori anche a 40.000 euro, ma la domanda, come già specificato, deve essere legata all’ammontare della pensione dalla durata del prestito. Uno dei requisiti principali è avere un’età inferiore agli 80 anni al momento della richiesta. La cessione del quinto rientra, inoltre, tra i prestiti non finalizzati e non è dunque necessario chiarire la motivazione del finanziamento. Si tratta di un finanziamento conveniente, così come emerge dal Taeg presente nel contratto, anche per l’assenza di spese di istruttoria. Il soggetto beneficiario pensionato è tenuto a stipulare un’assicurazione rischio vita.
Come già evidente dalla sua denominazione, la rata massima cedibile a rimborso del prestito può raggiungere un importo fino ad un quinto della pensione ricevuta. Ricapitolando, la documentazione necessaria per richiedere la cessione del quinto Inpdap prevede per lavoratori e pensionati: lo stato di servizio e la dichiarazione della busta paga; l’ultima busta paga o cedolino della pensione; il documento d’identità in corso di validità e i documenti che certificano le particolari agevolazioni Inpdap per il credito al consumo. È importante, inoltre, tener presente che il rimborso avviene mediate trattenuta della rata direttamente sulla pensione e dunque il rischio di insolvenza volontario ad opera dell’Inpdap è nullo. Il prestito può restare insoluto solo nel caso in cui muoia il pensionato ed è per questo motivo che in tale circostanza il debito residuo sarà coperto dall’assicurazione rischio vita, obbligatoria per legge e stipulata in sede di richiesta della cessione a favore della banca erogante.
Riassumendo, per l’accesso ai mutui Inpdap, è possibile beneficiare di questo tipo di finanziamento se si è iscritti alla Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali, ossia essere titolari di una pensione Inpdap di Anzianità, di Vecchiaia o di Reversibilità. Il regolamento prevede, inoltre, che essere ceduta anche una quota dell’assegno di invalidità oppure della pensione di invalidità e inabilità (Categoria I.O.). Non bisogna trascurare che è l’Inpdap a dover dare il suo consenso al finanziamento attraverso la dichiarazione di quota cedibile: l’ente si occupa di verificare che al netto della trattenuta di un quinto della pensione, persistano i requisiti di sostenibilità del pensionato, ossia controlla che la quota restante della pensione (4/5) consenta al pensionato un livello di vita tollerabile. Non è possibile, infatti, che vengano cedute pensioni il cui ammontare netto mensile risulta inferiore di 530 euro.