Come ottenere prestiti a disoccupati nel 2017
Quando si parla di finanziamenti per disoccupati si apre un capitolo davvero molto vasto. La prima cosa da dire in merito è che è bene distinguere tra i prodotti messi a disposizione da banche e società finanziare, che mettono a disposizione prestiti non finalizzati anche per disoccupati, e i prestiti finalizzati all’apertura di un’impresa.
Nel primo caso si tratta di prestiti erogati direttamente dagli istituti di credito e di conseguenza richiedono la presenza di garanzie alternative allo stipendio fisso mensile. In caso di prestiti per l’avvio di un’impresa invece sono solitamente concessi da enti pubblici, sfruttando i fondi messi a disposizione dall’UE.
A differenza dei prodotti concessi da banche e finanziarie, i finanziamenti per disoccupati erogati da enti pubblici non richiedono la presenza di garanzie. È invece necessario il soddisfacimento di determinati requisiti. Questi sono normalmente indicati nel bando di riferimento.
I finanziamenti cambializzati
Entriamo nel dettaglio dei finanziamenti a disoccupati parlando delle caratteristiche dei prestiti cambializzati. Questi prodotti, che consentono di accedere a cifre massime pari a circa 60 mila euro, sono caratterizzati dall’obbligo di rimborsare cambiali. Titoli esecutivi che permettono alle realtà creditizie che li emettono di rivalersi sui beni dei clienti in caso di mancato pagamento.
I prestiti cambializzati sono accessibili anche senza bisogno di presentare la busta paga. I disoccupati possono considerare come garanzie alternative il vincolo del TFR in caso di passato come dipendenti. Un’ulteriore soluzione è la presentazione di una polizza assicurativa sulla vita attiva da almeno due anni.
Cosa sapere su tasso e rimborso
Continuiamo a parlare di finanziamenti per disoccupati e di prestiti cambializzati ricordando che si tratta di prodotti a tasso fisso. L’interesse è più alto rispetto a quello dei prestiti tradizionali in quanto i cambializzati sono considerati finanziamenti a rischio d’insolvenza. Questo proprio perché sono prodotti accessibili anche ai disoccupati e agli iscritti alla Crif come cattivi pagatori.
Ricordiamo inoltre che il piano di ammortamento può durare fino a 120 mesi. Data la presenza delle cambiali, in caso di mancato pagamento di una o più rate il beneficiario rischia conseguenze gravi.
Ipotesi in cui la banca o finanziaria può richiedere il pignoramento dei beni. In altre parole, se non è in grado di rimborsare regolarmente il prestito il beneficiario va incontro all’espropriazione dei beni di proprietà.
Il prestito d’onore
Entriamo nel vivo dei finanziamenti a disoccupati finalizzati all’apertura di un’attività imprenditoriale parlando del prestito d’onore.
Regolamentato dalla legge 185/2000, questo prodotto è riservato agli under 35 disoccupati da almeno 6 mesi. L’obiettivo principale è la copertura degli investimenti per l’apertura della Partita IVA come liberi professionisti o titolari di franchising.
Il prestito d’onore è caratterizzato da specifiche regole. Una di queste riguarda la durata, che non deve essere superiore ai 5 anni. Nel suddetto lasso di tempo il beneficiario non ha modo di vendere l’attività e neppure d’iniziare a lavorare come dipendente in maniera continuativa. Ha invece la possibilità di prestare lavoro subordinato in maniera saltuaria.
Come funzionano i prestiti per avvio attività
Continuiamo a parlare di finanziamenti per disoccupati specificando che il prestito d’onore è strutturato in maniera particolare.
Le agevolazioni vengono infatti erogate in parte come prestiti a fondo perduto – il che vuol dire che il beneficiario non ha l’obbligo di rimborsare né la quota capitale né la quota interessi – e in parte come finanziamenti a tasso agevolato.
In questo caso il tasso d’interesse applicato è inferiore del 30% rispetto a quello in vigore al momento dell’accesso alle agevolazioni. Ma è possibile anche trovare prodotti che prevedono l’applicazione di un tasso zero per la quota che non è a fondo perduto.
Un’altra regola importante riguarda la necessità di coinvolgere direttamente il beneficiario dei fondi neo imprenditore nel processo di avvio dell’azienda.
Tuttavia è necessario ricordare i bandi per ottenere finanziamenti a disoccupati a fondo perduto non sono molti, mentre sempre più persone avanzano richiesta. Per aumentare il più possibile la probabilità di ottenere il credito è consigliabile presentare un business plan valido e dettaglio in sede di domanda.
Finanziamenti d’onore per studenti
Ma quanti desiderano avviare un’impresa non sono gli unici potenziali beneficiari dei prestiti d’onore. Questi prodotti infatti possono anche essere dedicati ai giovani che desiderano seguire un percorso di formazione universitaria o post universitaria.
A differenza di quanto accade con i prestiti d’onore per avvio attività, che possono essere concessi sia istituti di credito che da enti pubblici, i prestiti d’onore per studenti vengono erogati in linea di massima solo da banche e finanziarie.
Solitamente questi finanziamento sono il risultato di una convenzione tra l’istituto di credito e l’università. I tassi d’interesse sono piuttosto vantaggiosi e non è richiesta la presentazione di garanzie da parte del beneficiario.
Per quanto riguarda il rimborso, il pagamento delle rate ha inizio solo dopo che è trascorso un certo lasso di tempo dalla data di erogazione della somma. Periodo che solitamente coincide con la durata del percorso di studi che si intende finanziarie. Lo scopo è di dare al beneficiario il tempo di trovare un lavoro che gli consenta di iniziare a rimborsare il prestito.
I finanziamenti Invitalia per disoccupati
Nel novero degli enti che erogano finanziamenti per disoccupati troviamo Invitalia. Si tratta dell’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa. Ente a cui viene affidata la concessione di diverse misure dedicate alla creazione e al sostegno di attività di tipo imprenditoriale.
Tra le varie offerte di finanziamento di Invitalia troviamo Selfiemployment. Un progetto che mira ad aiutare i giovani con un’idea di business ad avviare un’attività imprenditoriale.
I fondi vengono erogati attraverso il fondo Selfiemployment, che viene gestito da Invitalia nell’ambito di Garanzia Giovani, un programma dedicato ai giovani e sotto la supervisione del Ministero del Lavoro.
Si tratta di finanziamenti per disoccupati agevolati a tasso zero. Il rimborso della somma avviene con un piano di ammortamento che può estendersi al massimo per 7 anni. Per quanto attiene alle somme erogabili, si va da un minimo di 5 mila a un massimo di 50 mila euro.
I pagamenti hanno cadenza mensile e hanno inizio dopo sei mesi dalla data di concessione del denaro. Ai fini dell’accesso al credito non sono richieste garanzie reali né la firma di un garante o di un coobbligato. Quanti ottengono le agevolazioni devono però impegnarsi a realizzare gli investimenti previsti dal progetto di impresa, nel giro di 18 mesi.
Chi può ottenerli
Possono ottenere i finanziamenti per disoccupati Invitalia esclusivamente i ragazzi con età compresa tra 18 e 29 anni. Necessario anche rientrare nella categoria dei NEET, ossia i disoccupati che non sono impegnati in un percorso di studio oppure di formazione professionale.
Ai fini dell’accesso al credito è necessario anche che il richiedente sia iscritto al programma Garanzia Giovani. Non risulta invece determinante la partecipazione ai percorsi di accompagnamento finalizzato ad incentivare l’autoimprenditorialità.
Ma quali iniziative possono essere finanziate ricorrendo ai finanziamenti per disoccupati Invitalia? È possibile avanzare la domanda presentandosi come:
- imprese individuali
- società cooperative
- società di persone
- società tra professionisti
- associazioni professionali.
Sono ammesse anche le società non ancora costituite, a condizione però che in caso di ammissione alle agevolazioni siano costituite entro 60 giorni.
Come funziona il microcredito
Quando si parla di finanziamenti per disoccupati è doveroso fare riferimento anche ai prestiti concessi sotto forma di microcredito. Si tratta di una soluzione di accesso al credito cui possono ricorrere sia le imprese di piccole e medie dimensioni, che i privati.
A seconda dei casi, quindi, questi finanziamenti hanno lo scopo di agevolare l’accesso al mondo del lavoro oppure di sostenere la crescita di attività di tipo imprenditoriale già attive nel nostro Paese.
Tuttavia è necessario ricordare che il microcredito non è dedicato solo a chi intende avviare o potenziare un’attività (il cosiddetto microcredito imprenditoriale), bensì anche ai soggetti che risultano vulnerabili dal punto di vista economico e sociale. In questi casi si parla di microcredito sociale.
Al fine di regolarizzare l’accesso ai prestiti concessi tramite microcredito e le modalità di erogazione di tali finanziamenti, il 18 maggio 2015 il Ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato un decreto in cui sono riportate tutte le informazioni relative all’accesso al Fondo di Garanzia per il Microcredito.
Tale Fondo di Garanzia è uno strumento che è stato istituito con la Legge n. 662/96. Divenuto operativo nel 2000, lo scopo del Fondo è quello di favorire l’accesso al credito alle PMI e alle famiglie in difficoltà sfruttando la concessione di una garanzia pubblica.
Quanto è possibile ottenere
Passiamo quindi alla questione delle somme erogabili, che variano a seconda che il prestito richiesto sia finalizzato all’apertura di un’attività oppure abbia lo scopo di sostenere le famiglie in difficoltà.
I finanziamenti che riguardano i nuclei familiari in difficoltà consentono di ottenere al massimo 10 mila euro. L’importo finanziabile sale se parla di microcredito imprenditoriale, ossia mirato alla nascita di nuove attività. Ipotesi in cui è possibile ottenere fino a 25 mila euro.
La durata del piano di rimborso può arrivare anche fino a 10 anni. Le rate hanno generalmente cadenza trimestrale. Per quanto attiene al tasso di interesse, il microcredito conferma la sua natura di sostegno economico nei confronti di privati e imprese con l’applicazione di tassi d’interesse agevolati. Tassi che vengono calcolati direttamente dalla Banca d’Italia.