Delegazione di pagamento e cessione quinto
Delega di pagamento e cessione del quinto sono due forme di prestito molto simili tra loro. Si tratta di prodotti che consentono di ottenere somme anche molto elevate. Sia i prestiti su cessione del quinto che quelli con delegazione di pagamento rientrano nella famiglia dei prestiti personali.
Questo significa che in entrambi i casi la somma concessa non è vincolata all’acquisto di uno specifico bene o servizio. In altre parole, il beneficiario può utilizzare la somma concessa come meglio crede. E in sede di domanda non è necessario presentare alcun giustificativo di spesa.
Tuttavia è importante non confondere delega di pagamento e cessione del quinto. Ragione per cui andremo a vedere quali sono le caratteristiche di questi due prodotti, analizzandone pro e contro.
Come funziona la cessione del quinto
Quando si parla di prestiti, è fondamentale compiere la giusta scelta. Per questo è necessario mettere in chiaro quali sono le differenze e i punti in comune di delega di pagamento e cessione del quinto.
Richiedere il finanziamento adatto alle proprie esigenze infatti può fare la differenza tra riuscire o meno a sostenere il rimborso. Senza contare la possibilità di affiancare varie linee di credito al fine di ottenere maggiore liquidità.
Ma iniziamo a vedere quali sono le condizioni dei prestiti su cessione del quinto dello stipendio o della pensione. La prima cosa da chiarire quando si parla di cessione del quinto è chi sono i beneficiari. Come si evince dal nome, questa formula di accesso al credito è basata sulla cessione di una certa quota del reddito mensile. Ragione per cui si parla di cessione del quinto.
Data la necessaria presenza di un reddito fisso dimostrabile, possono ottenere i prestiti su cessione del quinto esclusivamente i lavoratori dipendenti e i pensionati.
A differenza di quanto accade con la maggior parte delle altre soluzioni di finanziamento, i prestiti su cessione del quinto sono accessibili anche a quanti hanno già in corso prestiti o finanziamenti. Rientrano nella platea dei beneficiari anche i cattivi pagatori.
Rata e rimborso
Come già accennato, la definizione cessione del quinto fa riferimento alla possibilità di cedere fino a un massimo di un quinto del proprio stipendio o pensione mensile ai fini del rimborso del debito contratto. Vale a dire che la rata mensile del prestito su cessione del quinto non può eccedere la quinta parte (20%) di stipendio o pensione.
Ma facciamo un esempio pratico. Ipotizziamo che un lavoratore dipendente con uno stipendio netto mensile di mille euro richieda un finanziamento con cessione del quinto. In questo caso, la rata mensile può arrivare al massimo a 200 euro.
Per quanto attiene il piano di ammortamento, le rate hanno cadenza mensile e sono detratte direttamente dalla busta paga o dall’assegno pensionistico. È il datore di lavoro (o l’ente che eroga la pensione) quindi ad occuparsi di tagliare la somma corrispondente alla rata. Somma che viene versata all’istituto di credito che ha concesso il finanziamento.
Il tasso d’interesse è fisso. Per quanto riguarda la durata, i prestiti su cessione del quinto possono estendersi al massimo per 120 mesi, ossia 10 anni. Le rate hanno importo costante.
Passare alle differenze tra delega di pagamento e cessione del quinto, però, facciamo qualche accenno in merito alla questione cessione del quinto normativa.
La normativa 2017
Introdotta nel gennaio del 1950, con il D.P.R. n. 180/1950, la cessione del quinto è stata pensata inizialmente per agevolare i lavoratori dipendenti nell’accesso al credito. In base a quanto stabilito dall’ultima versione del suddetto Decreto (aggiornato dalla Legge n. 80/2005) il prestito su cessione del quinto è destinato a tutte le categorie di dipendenti.
In altre parole, hanno accesso a finanziamenti di questo tipo sia i lavoratori che sono assunti come dipendenti nel settore privato che in quello pubblico. Lo stesso vale per quanti lavorano nel comparto para-statale.
È solo nei primi anni 2000 che la cessione del quinto viene estesa anche ai pensionati. La Legge di riferimento è la numero 80/2005, che consente anche ai pensionati di tutti gli enti previdenziali di cedere fino a un quinto della pensione mensile per il rimborso di un finanziamento.
Caratteristiche dei prestiti con delega di pagamento
Noto anche come delegazione di pagamento, il prestito con delega di pagamento è molto simile alla cessione del quinto. Anche in questo caso infatti la rata mensile viene detratta dalla busta paga del beneficiario.
Il tasso d’interesse è fisso e le rate hanno cadenza mensile. La decurtazione avviene ad opera del datore di lavoro. La durata del rimborso può estendersi per un massimo di 10 anni. Il tasso d’interesse è fisso e il beneficiario non ha alcun vincolo di destinazione per quanto riguarda l’utilizzo del denaro.
Tuttavia ci sono varie differenze tra delega di pagamento e cessione del quinto. Prima su tutte il fatto che la rata mensile può arrivare al massimo a due quinti dello stipendio del beneficiario. Ragione per cui si parla anche di cessione doppio quinto. Ovviamente, questo permette di ottenere somme più elevate di quelle accessibili con la cessione del quinto.
Da considerare anche il fatto che mentre i prestiti su cessione del quinto sono disponibili sia per dipendenti che pensionati, la delegazione di pagamento è accessibile solo ai lavoratori dipendenti. Sono quindi esclusi dalla platea dei beneficiari i pensionati.
Il ruolo del datore di lavoro
Quando si analizzano le differenze tra delega di pagamento e cessione del quinto è necessario precisare che mentre la cessione del quinto si configura come un diritto del lavoratore, questo non vale per i prestiti delega.
Cosa significa? Se un lavoratore dipendente richiede un prestito su cessione del quinto il suo datore di lavoro non può opporsi al finanziamento. Il datore di lavoro quindi è obbligato a fare da delegato per il pagamento delle rate. Questo non accade invece per i prestiti delega, ai quali il datore di lavoro può opporsi non accettando di ricoprire tale ruolo.