Ormai si sa che tenere i soldi sotto il materasso non conviene più! Bisogna investire a basso rischio e se lo si fa è bene avere le idee chiare in merito a bail in e bail out.
BRRD: come sono cambiate le cose nel 2016
Per capire meglio le linee tecniche relative a bail in e bail out dobbiamo andare all’inizio del 2016, quando in Italia e nei Paesi dell’Eurozona è entrata in vigore la BRRD.
Di cosa si tratta? Della Bank Resolution Recovery Directive. Questa normativa disciplina le modalità di salvataggio degli istituti di credito in difficoltà.
L’obiettivo principale è evitare che le future crisi possano ripercuotersi sui contribuenti dei Paesi membri dell’UE.
Aiuti alle banche: dal risanamento esterno a quello interno
A questo punto è chiara la differenza tra bail in e bail out. Nel primo caso si parla infatti di un risanamento interno, messo in atto facendo riferimento ai risparmi dei correntisti e degli investitori del singolo istituto. Il bail out, ormai superato, è invece un risanamento esterno, che prevede la messa in campo di aiuti statali.
La nuova direttiva è quindi molto chiara: se una banca è in difficoltà, a pagare per il suo salvataggio sono i clienti.
Per semplificare ulteriormente il quadro è bene ricordare che esiste una precisa gerarchia. Se un istituto di credito è in difficoltà sono gli azionisti i primi a rimetterci.
Subito dopo tocca ai possessori di obbligazioni. Gli ultimi a pagare sono i correntisti. A tal proposito è bene ricordare che, in virtù del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, chi ha giacenze inferiori a 100.000€ non viene coinvolto.
Autorità di risoluzione: a cosa servono
Per inquadrare meglio i contenuti della BRRD, oltre che di bail in e bail out, è il caso di discutere anche di autorità di risoluzione.
Di cosa si tratta? Di organismi che hanno ruoli di gestione e pianificazione molto specifici. In Italia i compiti in questione sono svolti dalla Banca d’Italia e prevedono la pianificazione del rientro dalla crisi prima che questa si manifesti.
Banca d’Italia: possibilità di preparare piani di risoluzione
Un altro aspetto rilevante quanto il bail in e il bail out è appunto il ruolo della Banca d’Italia che, sulla base della direttiva BRRD, ha la possibilità di stilare piani di risoluzione.
Si tratta di consigli tecnici da adottare in caso di crisi e individuabili anche durante la fase di ordinaria attività della banca.
Da ricordare è che la direttiva prevede il ricorso alla risoluzione quando altre misure non riescono a portare frutti. Questo è il caso delle banche che continuano a essere in crisi nonostante le manovre di ricapitalizzazione.
La risoluzione rappresenta l’unica via alternativa alla liquidazione attuata tenendo conto del Testo Unico Bancario.